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Donare durante il Covid-19 è sicuro anche per i riceventi

AVIS: Provinciale Macerata Autore: Serena Maraviglia

Earth 4861456 1920 Il galateo del donatore

La sicurezza nella donazione di sangue e plasma è garantita dal lavoro dei medici e delle associazioni che verificano e si impegnano ad applicare le misure indicate dal governo e dal Centro nazionale sangue.


Non si può infatti smettere di donare a causa dell'emergenza in corso, altrimenti non si potrebbe garantire la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale: il Ministero della Salute ha infatti riconosciuto la necessità dell'attività di donazione consentendo gli spostamenti del personale addetto alla raccolta e dei donatori che si recano presso le sedi di raccolta pubbliche e associative, dal momento che la donazione del sangue è da considerarsi inclusa tra le motivazioni di "assoluta urgenza" di cui al DPCM del 22.03.2020. 


Bisogna però garantire sicurezza sia ai donatori che ai riceventi.

Per tutelare i donatori è stata adottata una procedura che prevede innanzitutto la prenotazione obbligatoria della donazione, per poter scaglionare le donazioni quindi, di conseguenza, limitare il numero degli accessi presso i centri trasfusionali e le unità di raccolta associative. 

Durante il contatto telefonico per la prenotazione, i volontari si accertano delle buone condizioni di salute dei donatori applicando le indicazioni del Centro Nazionale Sangue. I donatori si presentano poi, rispettando l'orario della prenotazione, ai centri trasfusionali e alle unità di raccolta per l’anamnesi e la successiva donazione, dotati di mascherina, mantenendo le distanze di sicurezza. 


E i riceventi? Il presidente AVIS Nazionale Gianpietro Briola ha ribadito (in un video che abbiamo pubblicato in un altro articolo) che non esiste evidenza scientifica del fatto che il coronavirus venga trasmesso attraverso il sangue da donatore a ricevente.


Su donatoriH24.it è riportato un intervento di Michele Santodirocco, talassemologo, ed ematologo, nonché consulente sanitario nazionale Fratres, nel quale spiega le procedure di controllo che si applicano durante le modalità attuali della donazione di sangue:

Le persone che hanno ricevuto il sangue, cioè i pazienti, che possono essere talassemici o persone sottoposte a trasfusioni regolari di sangue a causa di una malattia non hanno sviluppato l’infezione da Sars-CoV-2. I talassemici necessitano di trasfusioni di sangue ogni 20 giorni. In questo periodo hanno ricevuta più di una infusione di sangue, e nessuno ha dato i sintomi caratteristici del coronavirus.

Noi, inoltre, abbiamo la possibilità di tracciare il percorso della donazione di sangue da donatore e ricevente. Lo possiamo fare cercando la presenza di infezioni sorte successivamente alla donazione, e non è stata individuata nessun tipo di problematica. Concordo con l’affermazione di Gianpietro Briola, non vi è evidenza che il virus possa essere trasmesso attraverso il sangue.

Tag: AVIS coronavirus donazione sicurezza